domenica 26 aprile 2009

IN MEMORIA DI DON FRANCO PETTINARI


Durante l' ultima assemblea di venerdì us partecipata e vivace come le precedenti, abbiamo lanciato l' idea di intitolare a Don Franco il parco della Cesanella.
Il parroco che negli anni '60 - '70 diede vita morale e materiale al quartiere.
Con una statua che ricordi la memoria e il lavoro speso per la crescita di tutti noi.
Chi si ricorda quegli anni, ricorda un uomo buono, sempre a disposizione di tutti e pronto a far di tutto pur di aiutare i suoi parrocchiani.

Vogliamo sottolineare che Cesanella ha un' anima, una sua storia, una sua vita e come tale va salvaguardata.

Grazie al Dott.re Calce Struzzo pubblichiamo questo post.


I collage della memoria

L’identità del nostro Quartiere, una volta ricostruita pezzo per pezzo dai frammenti della memoria, sarà il valore fondante di un rinnovato desiderio collettivo di partecipare al cammino della nostra Comunità, per costruire insieme progetti di sviluppo, per chi verrà dopo di noi.
La Cesanella, come parrocchia e come Comunità, è stata costruita da don Franco Pettinari.
Il primo parroco della Comunità di San Giuseppe Lavoratore di Cesanella, assegnato alle funzioni il 20 aprile 1968 dal Vescovo Mons. Pardini, non fu solo un parroco.
Partecipò attivamente ai lavori di costruzione della Chiesa e delle sue pertinenze, facendo così fruttare le offerte, che non sarebbero bastate per appaltare tutti i lavori necessari.
Ero un bambino, ma ho vivo il suo ricordo, al lavoro sul sagrato della Chiesa, con la carriola ed altri attrezzi edili, ed il suo abito talare.
Il prete operaio ha imparato, per una questione di amore verso la Comunità neonata, a preparare la calce, a sistemare gli attrezzi, i mattoni e le macchine, come e meglio di un manovale, per costruire una Chiesa, non a parole.
Durante l’esecuzione dei lavori, viveva in una casa in affitto, celebrava le Messe nella chiesetta della zona artigianale Vismara, o in altre postazioni di fortuna.
Era vicino alle famiglie, e si è adoperato per costituire gruppi di riflessione e di partecipazione, e per accompagnare al catechismo, con la sua auto, tutti i bambini del quartiere.
Non chiedeva soldi nè offerte, ma cercava di stimolare la sensibilità all’aiuto reciproco. Nato a Monteporzio il 6 aprile 1924, è stato vice parroco a Castelleone di Suasa, ad Ostra e nella frazione del Vallone.
Ha lasciato un ricordo indelebile perché questa nostra Comunità è stata letteralmente costruita da lui. In silenzio.
Con la sua partecipazione attiva, onesta, responsabile e capace di ascoltare. Una lunga malattia alla fine lo separò dalla nostra Comunità, il 4 dicembre 1974 e molti non riuscirono ad assistere al funerale perché la Chiesa e l’area circostante erano piene di persone, venute da tutta la città di Senigallia.
Sette giorni prima della Sua morte, ha scritto un testamento spirituale, che è conservato nella memoria di chi lo ha conosciuto, e non solo negli archivi. Amava i bambini.

Nel suo testamento c’è “un breve saluto ai miei piccoli del Catechismo”.

Io sono stato uno di quei piccoli.
Questa è l'occasione per ricambiare quel saluto, e per lasciare questa piccola traccia, che resterà nel tempo, come è logico che sia, anche attraverso il nostro inadeguato tentativo di seguire il Suo esempio, con l’impegno silenzioso e con il proposito di mettere a disposizione della Comunità le nostre professionalità, le nostre arti ed i nostri mestieri.

Per crescere insieme, comunque la pensiate.


Dott. Calce Struzzo



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