martedì 31 marzo 2009

AMMINISTRATORI E TUTELA DELLA SALUTE

Processo per lo smog a Firenze: prossima udienza il 22 aprile

Prosegue il 22 aprile 2009 il processo ai sindaci del fiorentino e al presidente della Regione Toscana accusati di non avere fatto abbastanza per abbassare lo smog.

La prossima udienza del processo si terrà il 22 aprile in tribunale a Firenze. L'udienza è pubblica quindi i cittadini che vogliono presenziare possono farlo, a patto di mantenere dentro e fuori dall'aula una condotta irreprensibile, cioè, come prevede la legge, non devono fare chiasso o provocare disordini o intralci, pena l'allontanamento. Sul banco degli imputati (primo caso in Italia) ci sono il presidente della Regione Toscana, Martini, il sindaco di Firenze, Domenici, i sindaci di Scandicci, Sesto, Campi, Signa e Calenzano, gli assessori all'ambiente di queste amministrazioni e di Firenze e l´ex assessore regionale all´ambiente Marino Artusa. Le accuse: getto pericoloso di cose, con riferimento alle emissioni di gas nell´aria e rifiuto di atti d´ufficio. Secondo l'accusa, gli amministratori non hanno fatto tutto il possibile per difendere la salute della gente dallo smog. Il 22 aprile dovrebbero essere sentiti alcuni periti dell'accusa.
In tutto quattordici amministratori accusati dalla procura di Firenze di rifiuto di atti d´ufficio «in relazione alla omessa adozione di provvedimenti per ridurre l´inquinamento». Il presidente Martini e l´ex assessore regionale Marino Artusa sono accusati di rifiuto di atti d´ufficio anche per non aver predisposto un piano di intervento vincolante per fronteggiare l´inquinamento.
Sindaci e assessori comunali sono imputati anche di «getto pericoloso di cose», per non aver impedito nel corso del 2005, 2006 e primi mesi del 2007 il superamento dei limiti annuali di concentrazione delle polveri fini (Pm 10) e del biossido d´azoto, sulla cui pericolosità per la salute umana la scienza non ha dubbi. La legge stabilisce che il valore giornaliero di picco massimo di 50 microgrammi per metro cubo di Pm 10 non può essere superato più di 35 giorni ogni anno. A Firenze vi sono stati 78 sforamenti nel 2005 e 87 nel 2006. La legge impone inoltre un valore limite annuale medio di concentrazione delle polveri pari a 28 microgrammi per metro cubo, mentre a Firenze, secondo le accuse, i valori medi delle centraline sono oscillati nel 2006 fra 29 e 42.
«La normativa europea e quella nazionale impongono degli obblighi di risultato». Così il giudice Magnelli ha spiegato il motivo della sua decisione di mandare a processo gli amministratori. Il risultato di abbattere i livelli di inquinamento, infatti, non è stato conseguito nell´area fiorentina. Ed è proprio partendo da questa constatazione che nel 2005 il pm Fernando Prodomo ha avviato le indagini proseguite, dopo il suo passaggio alla procura minorile, dal collega Giulio Monferini.
«Il fenomeno delle polveri sottili è in Europa quasi solo italiano», ha sostenuto nel suo intervento conclusivo il pm Monferini: «Ed è un fenomeno sanitario e ambientale drammatico». Partendo dai trattati europei che indicano come obiettivo fondamentale dell´Unione uno sviluppo equilibrato e sostenibile, il pm ha accusato la Regione Toscana e gli amministratori dell´area fiorentina di non aver saputo o voluto accettare con coraggio la sfida di bilanciare gli interessi dell´economia con quelli della salute. Le direttive comunitarie - ha sostenuto l´accusa - perseguono lo sviluppo sostenibile e la tutela della salute imponendo dei valori soglia all´inquinamento dell´aria. Si tratta di obiettivi che devono essere raggiunti e che altrove sono stati raggiunti: «Non sono "limiti chimera", e non vi è comportamento alternativo lecito». Citando uno studio dell´università di Firenze, il pm ha sottolineato che circa il 50% delle polveri sottili che avvelenano l´aria di Firenze è costituito da Pm1, cioè da nanopolveri particolarmente cancerogene provenienti quasi solo dalla combustione dei motori. Un´altra ricerca ha mostrato che vi è un rapporto fra maggiore o minore concentrazione di polveri e i ricoveri per patologie acute negli ospedali fiorentini, e che l´inquinamento influisce su alcune patologie croniche. Ma bastano anche lievi diminuzioni nella concentrazione delle polveri per ottenere risultati positivi a livello sanitario.
Secondo le accuse, la Regione è venuta meno ai suoi obblighi perché non ha approvato dei piani-programma vincolanti, con la individuazione delle fonti di rischio e delle iniziative da adottare per abbattere gli inquinanti: in tal modo non è stato possibile attuare il principio di correzione in caso di insuccesso.


articolo tratto da Aam Terra Nuova


Prendiamo qualche spunto potrebbe esserci di aiuto... a buon intenditor...


giovedì 26 marzo 2009

COMITATO PRO CESANELLA... E NON SOLO! NUMERO ZERO


Ricevo e pubblico questa mail.
Cosa dire, un bravo al nostro simpatico amico che si firma
" Il calce-struzzo" , hai colto appieno la motivazione che ci spinge a chiedere una maggiore partecipazione attiva della popolazione residente nel quartiere.

A tutti Voi, non mi resta che augurare buona lettura !



"COMITATO PRO - CESANELLA. NUMERO ZERO.

Il Comitato della Cesanella è un esperimento semplice, innocuo ed innocente di democrazia partecipativa, per vedere quante persone sono realmente interessate ad uscire di casa la sera, ed impegnarsi personalmente per un progetto di sviluppo di un quartiere e quindi di tutta la città, andando finalmente al di là delle bandiere ideologiche superate, dei particolarismi, e degli affari privati, tradotti (o meno) in piani urbanistici.
In genere, se un gruppo vuole portare avanti un progetto, o i propri interessi collettivi, aderisce tutto compatto ad un gruppo, quindi cerca senza preclusioni delle convergenze.
Conta di più un gruppo di cento persone unite, rispetto a mille rassegnati che delegano altri, senza partecipare direttamente, o peggio accodandosi per chiedere la tutela di interessi personali, che più personali non si può.
La cittadinanza è per lo più rassegnata e diffidente, e crede che chiunque cerchi di assurgere ad una carica pubblica a livello locale abbia da realizzare in modo nascosto dei secondi fini.
Questa credenza, forse fondata o forse no, perchè non sta a me dirlo, ha un effetto castrante su ogni iniziativa associativa ed alternativa che parta dal basso, anche con i migliori propositi di trasparenza, moderazione e fraternità.
In fin dei conti, parliamo di un Parco pubblico già urbanisticamente programmato dal Comune, con acume, fin dagli anni '70, e che stenta a nascere. Noi siamo ostetriche.
E' una gravidanza a rischio.
Parliamo, in altre parole, di un quartiere che non ci offre la possibilità di passeggiare, ma solo di fare del buon trekking.
A me piace così, devo confessarvelo, e forse piace anche al resto del quartiere, che adesso sta, come un sol uomo, salutando sventolando fazzoletti bianchi l'apertura di nuovi cantieri, per la costruzione di casettine perfette, in mezzo a questa savana grigio topo.
Infatti, eravamo in 58, alla prima riunione, che è stata convocata con avvisi roboanti.
Disinteresse? Paura? Dov'è il confine tra la realtà e l'umorismo?
Provo a rispondere, anche se non conosco le cause della scarsa partecipazione iniziale.
Essere indipendenti, e partecipare ad un Comitato, anche solo per ascoltare, può essere compromettente, secondo un certo pensiero, perchè quando si va a chiedere qualcosa ad un grande partito, qualunque esso sia, bisogna mostrare simpatia genuina solo per quel partito, con assoluta distanza da quei gruppuscoli così invisi che stanno nascendo come funghi, in città ed altrove, non si sà per quale tipo di epidemia, virus o nausea...
Eppure i partiti sono divisi al proprio interno, ed avrebbero bisogno di un ricambio generazionale, con la linfa di persone libere e non asservite ai diktat...
Essere interessati a qualcosa di pubblico, come un Parco, sembra demodè. Tant'è.
Questa è l'epoca della liberalizzazione dell'edilizia privata, con i SUV che scorrazano nelle stradine sporche e piene di buche, divise in sottili porzioni rosse (come il sangue) ciclabili e grige.
La vita ha un costo, e cosa c'è di meglio che investire nel mattone?
Ha un senso auspicare una pineta di alberi ad alto fusto ove refrigerarsi, quando esistono condizionatori di nona generazione che possono assisterci anche quando usciamo all'aperto d'estate, con comode gabbiette impermeabilizzate?
Una risposta c'è, ma la troveremo insieme, sempre che avremo modo di conoscerci.

26/3/2009 Il Calce - struzzo"


sabato 21 marzo 2009

ATTENZIONE POPOLAZIONE !

Aspettiamo tutti coloro che vogliono condividere con noi la loro esperienza, il loro problema.

Come te siamo persone preoccupate per le sorti del quartiere, agire ADESSO per rivendicare il diritto ad un quartiere più vivibile !

NON nascondiamoci ... UNITI possiamo fare la differenza.

lunedì 16 marzo 2009

SPORTELLO ITINERANTE DEL COMITATO




Se possiedi un terreno, un immobile, un’attività che in seguito alla realizzazione della complanare sarà soggetto a futuro esproprio , a occupazione temporanea o verrà in qualche modo danneggiato dal tracciato…


INFORMATI!

FAI VALERE I TUOI DIRITTI!


Partecipa agli incontri che il comitato

“Versus Complanare e…non solo” ha organizzato a:


v Cesanella presso Bocciodromo via Mantegna,2

sabato 21 marzo dalle ore 16.00 alle ore 19.00


v Borgo Molino presso circolo ARCI via Vico, 83

sabato 28 marzo dalle ore 16.00 alle ore 19.00


v Capanna presso circolo ARCI via Di Vittorio, 4

sabato 4 aprile dalle ore 18.00 alle ore 20.00



Ti saranno date informazioni tecniche e giuridiche per fronteggiare le immissioni in possesso da parte degli enti e le richieste di risarcimento per i danni che le proprietà saranno costrette a subire e avrai la possibilità di prendere visione del PROGETTO ESECUTIVO con spiegazioni tecniche in riferimento anche a casi singoli.

www.versuscomplanare.com



domenica 15 marzo 2009

PARCO DELLA CESANELLA SECONDA PARTE

DAL TERRITORIO DELLA POLITICA

ALLA POLITICA DEL TERRITORIO

DAL CITTADINO GOVERNATO

AL CITTADINO GOVERNANTE

Nasce un nuovo Comitato alla Cesanella , nasce nei modi e nelle forme del “Versus Complanare". Brindisi!

Ne siamo immensamente felici perché significa che un’idea coraggiosa, calzante riesce a vincere il dilagante torpore e costituisce un punto di riferimento per quanti non vogliono rimanere
quiescenti di fronte ad una brutale e squilibrata gestione territoriale.

E subito le prèfiche , da un tot all’ora, hanno levato alti i lamenti :«No, non è giusto. Non ce n’é alcun bisogno!», e le sentinelle dello status quo hanno dato fiatoalle trombe: «Sono organizzazioni politiche. Sanno solo criticare gli amministratori! (la mamma è sempre la mamma, ndr)

Ma sono solo ritornelli stantii che ormai verrebbero bocciati anche al Festival di Ariccia.

A Milano, una giunta di Centrodestra, bolla come “Talebani” gli aderenti ai comitati civici, a Senigallia una Giunta Pidin-Verde qualifica come “terroristi psicologici” gli appartenenti ad un comitato che hanno avuto “l’ardire”- a loro dire - di smascherare in pubblico la caterva di coglionerie con la quale hanno lardellato il progetto della Complanare (sono sempre di moda le convergenze parallele!, ndr.).
Invece i movimenti che si manifestano nella società e i comitati che si formano in ragione di un uso distorto della città, e di un “fare” errato sul territorio, rappresentano uno dei pochi segni di speranza capaci di invertire la rotta.

Per questo meritano di essere appoggiati ed incoraggiati.

Gli ultimi dati Istat parlano di un proliferare ovunque di comitati, segno di un forte distacco fra le istituzioni e la società. I cittadini hanno il diritto (e dovere) di esercitare il confronto e la critica (la critica è essa stessa contestazione, ndr), di esprimere i bisogni e di difendere i beni comuni.

La partecipazione deve essere ricercata dagli amministratori prima ancora che richiesta dai cittadini.

Così purtroppo non sempre lo è. (la Sindaco, proprio in questi giorni è uscita sbandierando l’attenzione dell’amministrazione alla partecipazione cittadina, ma l’elenco prodotto è miserello … bastano appena le dita di una sola mano! In nove anni di governo, come si dice, sul tema non si è di certo sprecata. Avesse adottato tanta parsimonia sul territorio!, ndr).

Allora sono proprio i Comitati e le Associazioni a richiamare la gente alla partecipazione, all’impegno, all’approfondimento delle cose del proprio quartiere e della città.

E l’altra sera a Cesanella si è discusso, non solo dell’organizzazione ma anche dei progetti del quartiere (tranquilli babbi!, non era una riunione di finti apolitici che sperano di entrare in politica, di vecchi politici he vogliono rientrare in politica, di sponsor partitici, di vecchi carrieristi che strumentalizzano ogni buca stradale.
Smettetela pertanto di fare gli acchiappa-fantasmi, ndr)

Si è parlato, tanto per dirne una, del Parco della Cesanella, dove con quattro- paginette-quattro, si vuole far passare una operazione non certo di mezza tacca.

A parte l’allocuzione della “allocazione di un area fabbricabile” (“intorno al mondo senza amore come un pacco postale, senza nessuno che ti chiede come va", cantava De Gregori
qualche anno fa; ndr) fanno partire tutta l’operazione dall'all’art. 58 della Legge 113 del 06 Agosto scorso (quando vogliono sono veloci, noi aspettiamo invece documenti da oltre un anno, ndr) riguardo alla Valorizzazione del patrimonio immobiliare degli enti pubblici.

Si dà però il caso che tale valorizzazione sia un grazioso eufemismo che odora di vendita, di dismissione, di privatizzazione. Con il Piano delle Alienazioni immobiliari allegato al Bilancio previsionale, il patrimonio alienabile assume una sua classificazione urbanistica e la delibera consiliare assume valore di variante allo strumento urbanistico vigente (che strano, questo procedimento ci ricorda tanto un altro adottato con la Complanare, pur in assenza della Legge citata; ndr).

Non solo, ma il tutto può essere fatto senza alcuna necessità di verifiche alla conformità con gli strumenti di pianificazione degli enti sovraordinati (Provincia e Regione). Insomma, possiamo dire che nelle Leggi-porcata il centro-destra sembra eccellere, ma nell’applicazione veloce e puntuale di queste sul territorio il centro-sinistra sembra brillare di luce propria.

Non si riesce a capire il silenzio su operazioni di questo tipo in particolare, ed è ormai una costante, delle associazioni ambientaliste (ma quando discettano di ambiente, di che cosa intendono?

Quando discutono di consumo del territorio, di che cosa parlano?; ndr).

Di qui l’importanza e la necessità dei Comitati. La speranza è che possano moltiplicarsi, possano consolidarsi e che siano in grado di aprire un colloquio con quanti hanno a cuore gli
interessi della collettività e del territorio in cui vivono, che non può essere trattato e venduto come un ferro vecchio.

Di qui la necessità di andare verso una rete di comitati, cittadina ed extracittadina.

Ad majora!


articolo tratto dal sito
www.versuscomplanare.com / Ing. Stefano Bernardini

PARCO DELLA CESANELLA PRIMA PARTE

IL PARCO DELLA CESANELLA:

UN BENE O UNA MERCE ?



Quello che sta accadendo a Senigallia è il frutto di un pervicace rifiuto ad un progetto
pubblico dell’uso della città e del territorio.

E’ quello che avviene quando la visione ed il futuro di una città viene affidato, in modo totale, alla crescita di una economia basata esclusivamente sulla rendita fondiaria-immobiliare e dove la ricchezza (per pochi) nasce dall’assalto di un bene(il territorio) che è di tutti,
con differenza stratosferiche tra il valore investito ed il valore realizzato.

E’ giocoforza che, con una visione esclusivamente economicistica dell’urbanistica, poi il risultato sia lo scombussolamento urbanistico, l’aggressione al territorio e,non ultimo, il disagio dei cittadini.

L’edificazione al parco della Cesanella è l’attacco, nemmeno tanto velato,agli spazi pubblici e agli usi pubblici della città L’erosione degli spazi pubblici ormai ha raggiunto la velocità di una smottamento.

Avevamo già avuto modo di vederlo nel Piano del Centro Storico dove una Piazza è stata individuata come sedime fabbricabile (magari con una spolveratina di social housing. Da dare ai privati?) e con un nobile palazzo già in odore di mini-appartamenti, l’abbiamo visto con la Variante del Lungomare dove aree demaniali debbono fare da corredo ad un intervento privato di edilizia per alto censo e fitness, l’abbiamo visto con lo Stadio Comunale dove , per reperire parcheggi mai richiesti ai privati che si sono dilettati in centinaia di appartamenti nell’intorno, si è dovuto sacrificare il campo di allenamento e lo si è visto anche
nella Variante Arceviese strizzando l’occhio al nuovo mercato del terziario avanzato .

Anche qui, come oggi, a dire che la parte fabbricabile era già stata assegnata in tempi lontani. Beh, qui va a finire che anche per il pubblico i “diritti edificatori” vengono idolatrati come “l’idolum fori” al pari dei privati.

I diritti edificatori sono quella bizzarra teoria (su cui la Cassazione più volte si è espressa)
secondo la quale quando si è attribuita una capacità edificatoria ad un’area, poi questo gentile “cadeau” non può essere tolto al proprietario ( è l’esaltazione della rendita parassitaria più che del profitto.

E pensare che il vincolo per pubblica utilità decade dopo soli cinque anni!)).

L’amministrazione può fare ricorso, beninteso, a questo disinvolto uso di “diritti”, ma almeno
la smetta di cianciare sulla “rottura col passato”, su “new-deal urbanistico”, su nuova attenzione all’ambiente.

Si è dato inizio ad uno sciagurato e aberrante meccanismo di fare fronte alle ristrettezze contingenti di bilancio ed alle spese correnti sacrificando il territorio , ritenuto un valore secondario, e tra l’altro senza nessuno obbligo (come prevedeva la Legge 10/77) di re-investire su di esso.

Questo processo infernale ha portato addirittura, nel caso dell’area di San Gaudenzio, a trattare un vincolo ricognitivo (cioè valore di bene per sua intrinseca natura) con la sufficienza di un semplice vincolo “funzionale o urbanistico”, sempre per ragioni di cassa.

Questi ultimi otto-nove anni hanno visto esaltarsi a ritmi vertiginosi il consumo del suolo favorendo da un lato l’espansione urbana e dall’altro l’espulsione dalla città di una larga fetta di senigalliesi, che si sono dirottati sui paesi limitrofi ( Passo Ripe, Casine ePianello di Ostra, Ponte Rio, Marina di Montemarciano).

C’è di che domandarsi perché l’edilizia senigalliese (che non conosce crisi) non è per i senigalliesi.

l consumo del suolo ha portato anche “al consumo della mobilità.”, dove ad un inalterato

numero di spostamenti si registra un sensibile aumento della lunghezza delle percorrenze (all’Assessore Ceresoni questo dice qualcosa ?).

Insomma qui c’è un territorio che viene considerato non più come un bene ma come una merce, che deve produrre profitto economico. Però, piccola ma importante notizia, qualcosa
sta muovendosi.

Cresce dal basso una spinta, una resistenza di base da parte di chi, in comitati, in gruppi, in associazioni, non ci sta più alle chiacchiere e alle facili promesse delle lingue biforcute.

Preferisce piuttosto “saltare la finestra che mangiare la minestra (avariata)”, e considera il territorio, il paesaggio, il lascito culturale della città come un “bene comune e un bene primario” da difendere al pari dell’aria, dell’acqua, della luce. Nelle prossime battaglie non si accontenteranno più dei soliti segnali di fumo.


articolo tratto dal sito

www.versuscomplanare.com / Ing. Stefano Bernardini

E' nato un nuovo comitato

Caro residente,

vogliamo informare la cittadinanza che nel quartiere Cesanella è nato un COMITATO.

Siamo persone preoccupate per le sorti della zona.

I cambiamenti che ci vedranno coinvolti sono tanti;

siamo abbastanza informati e coscienti di cosa comporterà tutto ciò in un immediato futuro ?

Il nostro obiettivo è quello di fare una corretta

informazione, libera, apartitica e a 360°.

Se sei stanco della precaria situazione in cui siamo obbligati a vivere, sei invitato alle nostre assemblee pubbliche che effettueremo con cadenza mensile per poter confrontarci sulle problematiche che riguardano il nostro quartiere, per poter interagire con l’ Amministrazione Comunale e far giungere la nostra voce.

Dopo le vicissitudini di Palazzo Gherardi, ex colonie Enel e Parco della Cesanella… che altro …???

Ti ricordiamo che la città è NOSTRA, CHI ci governa dovrebbe essere al NOSTRO SERVIZIO, senza ombra di

speculazione !