A questo punto è ragionevole dubitare della promessa contenuta nel comunicato stampa con il quale l’Amministrazione comunale promette, per l’ennesima volta, la realizzazione di un Parco di grandi dimensioni alla Cesanella.
Bisogna ricordare che per troppe volte sono rimaste non mantenute le promesse di realizzare il Parco, che è un’opera pubblica attuativa, dovuta alla città come standard urbanistico, in dipendenza di un apposito Piano particolareggiato, adottato vent’anni or sono e che ha avuto una sua realizzazione, limitatamente, guarda il caso, alla parte che prevedeva la costruzione di case e ville nel "Parco".
Non ci siamo dimenticati della promessa di iniziare i lavori per realizzare il Parco entro il 2009. Il termine è scaduto.
Altri dubbi sono la conseguenza del fatto che il Comune non ha ancora acquisito dai privati la maggior parte dell’area, sul quale dovrebbe sorgere il Parco, ed avrebbe potuto e dovuto accelerare tale procedura di acquisizione, nei venti anni di attuazione che ha avuto il Piano particolareggiato relativo al "Parco".
Dopo la vendita a trattativa privata dell’area comunale di oltre 15 mila mq, sulla quale è stata spalmata la volumetria prevista dal piano attuativo, in modo da avere più giardini privati e meno verde pubblico, è impossibile ipotizzare un grande Parco pubblico.
La battaglia del Comitato ad ogni modo continuerà, con l’esercizio del diritto di critica, nel rispetto delle regole democratiche della partecipazione civica, per difendere l’area pubblica rimasta potenzialmente disponibile, ma sulla quale molti appetiti non certo ambientalisti sono indirizzati.
Non è il consumo del territorio lo strumento per far quadrare un bilancio in sofferenza. La crisi finanziaria dei Comuni è particolarmente grave, ma il territorio non è una risorsa illimitata, meglio agire sul fronte dell’azzeramento della dirigenza comunale reclutata senza un pubblico concorso, e non solo.
Saranno i cittadini della Cesanella a decidere l’esito dell’affare del Parco, perché il peso elettorale del quartiere non è secondo a nessuno. Noi vediamo le elezioni come un referendum sul Parco, anche se sappiamo che così non è, ma abbiamo fantasia quanto basta e cerchiamo di contagiare i nostri concittadini.
Dopo aver letto ciò che sostiene l’Amministrazione e ciò che sostiene chi come noi non condivide le sue scelte di programmazione e di governo del territorio, tutti potranno decidere democraticamente chi scegliere come proprio rappresentante.
Così sarà il nostro quartiere a scegliere, almeno per una volta, per il bene comune.
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