Perché i Comuni subiscono i tagli della manovra finanziaria e non propongono un disegno di legge per ridurre anche le indennità dei Parlamentari e dei Consiglieri regionali ?
La crisi finanziaria generata dal debito pubblico produce effetti gravi sulla vita quotidiana di tutti i cittadini, ma sopravvivono alcune nicchie inossidabili di benessere, garantito ad alcune categorie di amministratori e di dirigenti pubblici.
Le differenze fra il trattamento economico di alcuni, rispetto ad altri, sono sempre più grandi ed immotivabili.
La manovra economica del Governo (DDL di conversione del DL n. 78/2010 - Atto S. 2228) prevede, tra l’altro all’art. 5, comma 7, l’azzeramento delle indennità e di altri emolumenti in qualsiasi forma percepiti per gli amministratori di Comunità montane e Unioni di Comuni. Invocando la riduzione dei costi della politica, si tagliano inoltre i Consiglieri e gli Assessori comunali, mentre si continuano a nominare nuovi Ministri e nuovi Sottosegretari.
Gli Amministratori comunali italiani hanno le indennità più basse d’Europa: nei Comuni fino a 3.000 abitanti un Sindaco guadagna fino a 1.445 euro lordi per 12 mesi in Italia, 1.600 euro in Francia, 2.000 euro per 14 mesi in Spagna. Un Assessore può percepire 217 euro in Italia, 624 euro in Francia, 870 in Spagna. Un Consigliere comunale percepisce un gettone per ogni seduta del Consiglio comunale di 18 euro in Italia e di 31 euro in Spagna.
Lo stipendio netto annuo dei Parlamentari è di 144.000,00 euro in Italia; di 62.779,00 in Francia; di 35.051,00 in Spagna e di 84.108,00 in Germania.
I 42 membri dell’Assemblea legislativa regionale hanno un’indennità di carica lorda – base di euro 7.607 mensili, oltre all’indennità di funzione che varia da 2.925 euro lordi mensili a 585,18, ed alla diaria pari a 2.602,02 lordi mensili.
I 122 ex Consiglieri regionali percepiscono vitalizi, dal 20% al 50% dell’indennità mensile lorda. Siccome bastano cinque anni di contributi per avere il vitalizio, i contributi versati dai Consiglieri non coprono il monte pensioni, con uno squilibrio annuo della spesa per il 2010 di 3,1 milioni di euro, e destinato a crescere.
Il personale a disposizione della Presidenza del Consiglio dei ministri è di circa 4.500 unità, 1.400 in più rispetto alla pianta organica e la spesa complessiva è passata dai 3 miliardi e 621 milioni di euro del 2006 ai 4 miliardi e 294 milioni di euro del 2008.
Il Governo per sé aumenta le “poltrone” vere, e in periferia, in nome del risparmio, riduce gli spazi di democrazia e di partecipazione.
L’art. 9 della manovra dispone, tra l’altro, il blocco di tutti stipendi base del pubblico impiego per gli anni dal 2011 al 2013, senza fare distinzione fra chi prende 1.000 euro al mese e chi ne prende 200.000 all’anno, ed anche oltre.
Di contro, le indennità di posizione dei dirigenti pubblici non sono state tagliate, perché i contratti collettivi di lavoro prescrivono la costituzione di un fondo vincolato al pagamento di tali indennità, e con i decreti legge quei soldi non si possono toccare.
Strano Paese il nostro. Tutti i giornali scrivono ogni giorno di questi argomenti, e nessuno riesce più a reagire.
Possibile che per difendere l’acqua pubblica abbiamo fatto un bellissimo gesto, quello di far sentire il nostro NO, grande come una casa, mentre di fronte a questa Casta che sopravvive tagliando le spese sociali e .. degli altri, non riusciamo a promuovere una raccolta firme per una proposta di legge regionale o nazionale, per tagliare questi insopportabili privilegi, e destinare il risparmio alla spesa sociale ?
Non sarà certo un piccolo Comitato di quartiere a organizzare un’iniziativa in tal senso.
Noi potremmo al massimo scrivere una proposta di legge, perché ce ne sono già molte, nella rete, pronte ma dimenticate in qualche cassetto.
Se le associazioni fra i Comuni, i Movimenti ed i Partiti attenti ai valori civici, e tutti i cittadini, si unissero in un movimento, come quello che ha raccolto le firme per difendere l’acqua pubblica, forse riusciremo a porre fine a questa ingiusta distribuzione dei pochi danari pubblici rimasti.
Speriamo che questa idea sia raccolta e non rimanga fra i buoni propositi inattuati, visto che i legami politici e gli interessi personali alla fine prevalgono su ogni altra considerazione.
Abbiamo fatto un po' di demagogia ? No, scriviamo di danaro pubblico e di come risparmiarlo.
Nessun commento:
Posta un commento